ebola

Dal Senegal…a proposito di Ebola

di Severino Proserpio

Purtroppo devo registrare il disimpegno di alcune volontarie, il cui arrivo era previsto per i prossimi giorni a causa delle notizie diffuse sul problema del pericolo ebola in Africa e ne comprendo le preoccupazioni.
Ora, nonostante una mitizzazione per la verità un po’ eccessiva cui è oggetto il sottoscritto, vi assicuro che non ho alcuna vocazione al martirio e il fatto che rimango qui, il fatto che mia figlia e la mia nipotina ora in Italia, non per ragioni di sicurezza, ma per meritate vacanze e che con assoluta certezza  a metà settembre qui ritorneranno per l’apertura delle scuole, è dovuto alla assoluta tranquillità in ordine alla nostra permanenza in questo Paese che già tre mesi or sono, con le prime avvisaglie sul problema in Guinea (che è un Paese confinante), ha messo in atto le misure di protezione adeguate.

Aggiungo che è luogo comune pensare all’Africa, come un Paese del Terzo Mondo, con un sistema sanitario inefficiente. In Senegal ci sono strutture sanitarie di primordine.


Severino ProserpioSeverino Proserpio
: Fondatore e presidente della ONLUS “Les Enfants d’Ornella” . Fondatore del Centro di Accoglienza “Giovanni Quadroni” per bambini in Senegal. Ex sindacalista, esperto di immigrazione, da oltre 10 anni vive in Senegal prendendosi cura della sua associazione e dei bambini dei villaggi dell’area costiera a sud di Dakar.

Severino Proserpio

Amare l’Africa e non saperne il perchè!

di Severino Proserpio

Amare l’Africa con la consapevolezza di non sapere perché la si ama.

E’ forse questo il tanto diffuso “mal d’Africa?”

L’Africa è l’entusiasmante visione di una spiaggia da sogno o l’emozione davanti ad uno straordinario tramonto breve sapendo che il giorno dopo, comunque sarà il clima, ce ne sarà uno apparentemente identico ma dalle sfumature inedite, è magica, accogliente con i suoi profumi, con i suoi colori e l’allegria ingiustificata dei bambini e della sua gente.

L’Africa è povera, è sporca, è infetta, è corrotta, è opportunista, a volte è ladra e bugiarda.

Viverci, vuol dire imparare che non è poi così vero, che se non si desidera tutto non si otterrà nulla, che accontentarsi non è sempre una sconfitta e che anche vivere alla giornata può essere un buon metodo per aggiornare l’esistenza.

Contaminarsi vuol dire mantenere la consapevolezza della propria diversità e mescolarla con quella, di pari valore, degli altri, in un luogo dove, nemmeno quel visionario di Gesù, avrebbe potuto affermare, che gli uomini sono tutti uguali.

Così l’Africa, una volta che la incontri, ti rimane dentro e non ne puoi fare a meno.

Se la ami nell’ unico modo in cui è definibile l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato, allora il “mal d’Africa” è una malattia incurabile.

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L’incanto surreale del Lago Rosa

Altra tappa dei programmi di Formazione Solidale è la visita al Lago Retba, meglio conosciuto come Lago Rosa, noto nel mondo per la sua caratteristica colorazione che lo rende una delle mete naturali più suggestive del Senegal. Questa straordinaria distesa d’acqua è situata lungo la costa settentrionale, a circa 30 km da Dakar, ed è circondata da immense distese di sabbia e pinete.

Il lago, ce si estende su una superficie di circa 10 km, ha un’elevata concentrazione salina, addirittura superiore a quella del Mar Morto. Questa particolare caratteristica fa si che l’unico organismo in grado di sopravvivere al suo interno sia un batterio chiamato Desulfohalobium retbaense, le cui membrane cellulari producono pigmenti che sono responsabili della tipica colorazione del lago. A seconda dell’intensità dei raggi solari le tinte del lago variano, assicurando uno spettacolo unico e suggestivo.

Lago RosaIl lago rosa, oltre ad essere una delle mete turistiche più importanti del paese, è anche una notevole fonte di guadagno per gli abitanti del luogo. La sua elevata quantità di salgemma evita il prosciugamento e permette di effettuare quotidianamente la raccolta del sale. A questa frenetica pratica (diurna e notturna) sono solitamente dediti gli uomini i quali, prima di immergersi in acqua si cospargono il corpo con burro di Karitè per evitare la disidratazione. Con un bastone, provvedono poi a staccare i pezzi di sale dal fondo, pezzi che saranno poi trasportati a riva a bordo delle piroghe e portati dalle donne sulle spiaggia . Una volta a terra il sale viene confezionato in sacchi da 25 kg e poi immesso sul mercato.

Intorno al lago, ormai meta prediletta dai turisti, è facile imbattersi in artigiani e venditori di deliziose maschere e statuette realizzate con la sabbia del deserto.